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Napoli, Ferdinando II (1830-1859): 30 ducati 1848 (Gigante#9), grande qualità , conservazione eccezionale, con ogni probabilità il miglior esemplare conosciuto
Urbino, Francesco Maria I della Rovere (1508-1516/1521-1530): ducato "CAP.GEN.SVB.LEO.X" (Cavicchi#63; Ravegnani-Morosini#1; Bernareggi#243; Friedberg#1197), grammi 3.47
Seconda Repubblica Romana (1848-1849): Emissioni private da 40, 20, 10 e 5 baiocchi (Pagani p. 317) AG (g 19,27 + 7,94 + 3,81 + 1,60) A proposito di questi quattro pezzi scrive Pagani "Si vollero emessi dal Governo repubblicano durante l'assedio francese di Roma" trattasi di prodotti di speculazione privata fabbricati in Francia ed attribuiti alla fantasia di un tale Augusto Brichaut sotto la cui direzione sarebbero stati coniati in un'officina presso Parigi. Si tratta comunque di una serie assai rara di cui non abbiamo trovato riscontri nella sua completezza di quattro valori. Tra l'altro Pagani scrive che furono coniati in "metallo argentato" ma tutti questi esemplari sembrano proprio di buon argento, con metallo lucente ed una splendida patina iridescente, qualche minimo graffietto. In asta Ranieri maggio 2017 il solo valore da 4 baiocchi ha realizzato 850 euro più diritti!
qFDC-FDC
Modena, Francesco II d'Este (1662-1694): ongaro (MIR#819, Friedberg#795), grammi 3.50. Bellissimo alloggiamento d'epoca manoscritto, ex collezione Giacomo de Ceconi
Soragna, Nicolò Meli-Lupi (1731-1741): prova in argento dello scudo in oro (MIR#cfr 1361). L'Imperatore Giuseppe I eresse il Marchesato di Soragana, un Principato del sacro Romano Impero il 4 agosto 1709 e fra i vari privilegi concesse anche la possibilità di battere moneta. Niccolò Lupi Meli fu il primo a voler aprire un'officina monetaria e fece incidere i coni dello Scudo d'oro (rarissimo). Francesco ed Ercole Gnecchi affermarono "però di questa moneta, soltanto alcuni anni or sono, si trassero poche prove in oro, rame e piombo." (cfr. Francesco ed Ercole Gnecchi, Saggio di bibliografia numismatica delle zecche italiane, Milano 1889) (C.N.I. IX/744/4). Moneta attualmente unica e sconosciuta
Ferrara, Ercole I d'Este (1471-1505): ducato d'oro (MIR#250/1; Ravegnani-Morosini#3; Bernareggi#44; Friedberg#265); grammi 3.47. Un bellissimo esemplare di questa moneta rinascimentale
Roma, Pio IX (1846-1870): 10 scudi 1850-IV (Gigante#1), sigillata da Emilio Tevere in conservazione qFDC, sicuramente uno dei migliori esemplari conosciuti
Gran Bretagna, Elisabetta II (1952-2022): 200 sterline 2021 "Gothic Crown Quartered Arns", tiratura limitatissima di soli 350 esemplari di questo conio di William Wyon
Napoli, Ferdinando II (1830-1859): 30 ducati 1848 (Gigante#9), grande qualità , conservazione eccezionale, con ogni probabilità il miglior esemplare conosciuto
Urbino, Francesco Maria I della Rovere (1508-1516/1521-1530): ducato "CAP.GEN.SVB.LEO.X" (Cavicchi#63; Ravegnani-Morosini#1; Bernareggi#243; Friedberg#1197), grammi 3.47
Seconda Repubblica Romana (1848-1849): Emissioni private da 40, 20, 10 e 5 baiocchi (Pagani p. 317) AG (g 19,27 + 7,94 + 3,81 + 1,60) A proposito di questi quattro pezzi scrive Pagani "Si vollero emessi dal Governo repubblicano durante l'assedio francese di Roma" trattasi di prodotti di speculazione privata fabbricati in Francia ed attribuiti alla fantasia di un tale Augusto Brichaut sotto la cui direzione sarebbero stati coniati in un'officina presso Parigi. Si tratta comunque di una serie assai rara di cui non abbiamo trovato riscontri nella sua completezza di quattro valori. Tra l'altro Pagani scrive che furono coniati in "metallo argentato" ma tutti questi esemplari sembrano proprio di buon argento, con metallo lucente ed una splendida patina iridescente, qualche minimo graffietto. In asta Ranieri maggio 2017 il solo valore da 4 baiocchi ha realizzato 850 euro più diritti!
qFDC-FDC
Modena, Francesco II d'Este (1662-1694): ongaro (MIR#819, Friedberg#795), grammi 3.50. Bellissimo alloggiamento d'epoca manoscritto, ex collezione Giacomo de Ceconi
Soragna, Nicolò Meli-Lupi (1731-1741): prova in argento dello scudo in oro (MIR#cfr 1361). L'Imperatore Giuseppe I eresse il Marchesato di Soragana, un Principato del sacro Romano Impero il 4 agosto 1709 e fra i vari privilegi concesse anche la possibilità di battere moneta. Niccolò Lupi Meli fu il primo a voler aprire un'officina monetaria e fece incidere i coni dello Scudo d'oro (rarissimo). Francesco ed Ercole Gnecchi affermarono "però di questa moneta, soltanto alcuni anni or sono, si trassero poche prove in oro, rame e piombo." (cfr. Francesco ed Ercole Gnecchi, Saggio di bibliografia numismatica delle zecche italiane, Milano 1889) (C.N.I. IX/744/4). Moneta attualmente unica e sconosciuta
Ferrara, Ercole I d'Este (1471-1505): ducato d'oro (MIR#250/1; Ravegnani-Morosini#3; Bernareggi#44; Friedberg#265); grammi 3.47. Un bellissimo esemplare di questa moneta rinascimentale
Roma, Pio IX (1846-1870): 10 scudi 1850-IV (Gigante#1), sigillata da Emilio Tevere in conservazione qFDC, sicuramente uno dei migliori esemplari conosciuti
Gran Bretagna, Elisabetta II (1952-2022): 200 sterline 2021 "Gothic Crown Quartered Arns", tiratura limitatissima di soli 350 esemplari di questo conio di William Wyon